martedì 29 settembre 2015

Frozen in Petropavlosk

Elsa, la regina delle nevi Disney

Come vi avevo anticipato qualche post addietro, del nostro “gruppo” fa parte anche Luda, al secolo Ludmilla, la traduttrice che ci assiste sia nel periodo di permanenza in istituto, sia per le necessità comunicative in città (ad esempio quando siamo andati a comprare dei vestiti per Vladimir, non avremmo saputo chiedere alle commesse una taglia più grande o un altro colore...).

E’ brava Luda, ci aiuta col piccolo, è sempre disponibile ad accompagnarci a fare la spesa, a consigliarci i posti dove mangiare, cosa sia più opportuno portare a Vladimir, a suggerirci le frasi da dirgli, e a tradurre quello che ci dice lui...
Oggi in particolare ha avuto un paio di uscite che hanno sorpreso anche lei: avviandosi verso lo scivolo Vladimir ha tenuto a farci sapere che (testuale) “c’è un cetriolo pazzo sotto lo scivolo”... ora non so se lei traduce il russo come io il latino ai tempi del liceo, o se sia una strofa di una canzone popolare del Kazakistan del nord... Quantomeno la verifica seguente all’affermazione di Vladimir non ha rilevato nulla di insolito sul terreno del parco giochi.

La seconda esternazione della giornata – invece – credo che non ci farà dormire tranquilli per un po’: vista la bella giornata eravamo all’aperto, nel cortile dell’istituto, e dalle vicine paludi (non scherzo!) arrivava il rumore degli uccelli, che evidentemente infastidivano il piccoletto con il loro berciare, quindi Vladimir ha esclamato – sempre a detta di Luda – “questi uccelli verranno mangiati dai cani”!!! Eccheccacchio! Mangiati dai cani? E' una cosa terribile!!

Fortunatamente poi è rientrato tutto nella normalità, con un po’ di altalena, merendina (ammazza quanto magna!) e giochi in palestra, dove ha provato a lanciarsi in qualche parolina di italiano, anche a sorpresa, quando ha detto “nome” mentre voleva che lo aiutassimo a firmare il collage di adesivi che aveva appena fatto su un foglio!

Luda, la regina delle nevi Kazake



Si, vabbè, ma che c’entra il titolo del post?
Non è certo uno poiler sul prossimo sequel degli Animation Studios della Disney, e né l’annuncio dell’arrivo della neve in città, anche perché oggi c'erano oltre 20 gradi... ma è la celebrazione dell’avvenenza fisica, del portamento, del sorriso e della simpatia della sopra citata Luda!
Bionda, magra, dal sorriso smagliante e degli occhi di un celeste intensissimo (sapete poi quanto per me il bianco-celeste non sia solo il colore del cielo, ma un abbinamento speciale che rende tutto più “soave”...).
Questa regina delle nevi del Kazakistan, algida ed austera, seppur affascinantissima, fa certo breccia nei cuori di tutti coloro che **CRASH!**

«Enza, no aspetta... ahia!

Ma io scherzavo!!

...era solo per dare un tocco di humor al blog...

Posa la sedia!!!

Il computer mi serve... nooo ferma....nooooooo.....»



domenica 27 settembre 2015

Diciamola tutta...

...l’attesa è lunga e snervante, e durante tutto questo tempo la materia grigia fa voli pindarici inspiegabili: dal delirio di onnipotenza misto a rabbia, per le lungaggini e le scarse notizie su quello che succede nel frattempo nel paese di destinazione (cosa diavolo staranno controllando? Esaminando? Siamo due persone normali, forse anche troppo...), al “me tapino” intriso di cupo pessimismo: bloccheranno le adozioni, finiranno i bambini, il paese scoppierà, il mondo scoppierà...

Foto di Elena Shumilova

Poi... sei a Petropavlovsk e non sai nemmeno come ci sei arrivata, anche se hai impiegato ben 26 ore, tanto è alta l’adrenalina. Sei pronta prontissima ad ogni evento, ad ogni domanda, ad affrontare ogni avversità ora che sei ad un passo dalla meta, anche un attacco alieno: ho una corazza indistruttibile, l’alabarda spaziale e le maglie rotanti, e se necessario lancerò a Paolo i componenti. Ho previsto tutto, quindi cosa mi potrà mai far crollare...

...due occhietti vivaci e strabici, la naturalezza di un sorriso disarmante e senza veli, il coraggio di stare li, di fronte a due estranei, dritto in piedi senza un fremito... è lui il più forte, ma non lo avevo previsto.

СИДИС - Il piacere di fare la spesa...

Oggi è la nostra prima domenica nelle terre d’oriente, e ahinoi, non sono previste visite all’orfanotrofio, quindi dopo un veloce pranzo al ristorante con Ludmilla e Katerina – vista la bella giornata di sole (davvero, non sono né ironico né sarcastico!) – io e Enza ci siamo fatti una passeggiata lungo tutto il Viale della Costituzione Kazaka, ma poi... siamo dovuti andare a fare la spesa!!!

In Kazakistan, quando le mucche ci danno il latte, poi muoiono e vanno in cielo! Triste....

ARGH! Come sopravvivere all’esperienza di un supermercato kazako?

Facile, ci sono poche regole che possono essere apprese da chiunque, anche dal sottoscritto:

La prima è legata alla logistica, al come muoversi al suo interno, bisogna tenere presente che i carrelli vanno spinti *sempre* e possono fermarsi se e solo se vanno a sbattere da qualche parte (umani compresi).

I reparti – tranne quello degli alcolici, ben ordinato e fornitissimo – sono tutti mischiati: nessuno stupore nel trovare gli asciugamani (nei sobri colori arancio fluoresente e giallo psichedelico) vicino alle dotazioni per la scuola e le lampadine messe sullo scaffale sovrastante il bancone della carne (popolato da mezzi montoni e cosce di brachiosauro); quindi non ostinatevi a cercare qualcosa in particolare, è più facile che la troviate per caso girando tra gli angusti corridoi e stanzette laterali.

...e al mattino un bel tazzone di latte e fusilli!

Non temete di cadere nelle trappole dell’astuto marketing kazako: le regole base per invogliare lo sprovveduto consumatore all’acquisto sono del tutto trascurate: voi quanta pasta prendereste da questo bel distributore? Perdonate la foto decisamente sfocata, però notate che – a ribadire quanto detto in precedenza – il tubo della pasta è al fianco di quelli per degli pseudo corn-flakes

Non preoccupatevi di dover cucinare: i kazaki prendono tutto già pronto, chiedendo alle commesse di attingere le squisitezze locali da certe appetitose vaschette, riciclate da qualche gelateria moldava, all’interno delle quali ogni tipo di ortaggio presente sulla faccia del pianeta viene prima sminuzzato e poi mescolato con wurstel, cipolle e maionese di dubbia origine.

Delikatessen!

L’allegria del reparto frutta e verdura la si può capire solo se si è lavorato per anni in un Kolkoz siberiano: tutti pieni di terra, smangiucchiati da insetti e belve ad essi assimilabili e messi dentro dei sacchi di plastica; servitevene pure, quando la fame arriverà a livelli importanti.

Fidatevi tranquillamente dei prodotti confezionati: arrivano direttamente dai bancali dei supermercati italiani anni Settanta, ma non è un problema: in Kazakistan non stampano la data di scadenza su quello che acquistate, ma quella di fabbricazione.

Detto questo, non posso esimermi da una menzione d’onore per le cassiere: silenziose, flemmatiche, eccelse nell’arte del ventriloquio (oh, io non le vedo mai muovere la bocca!) e soprattutto sedute su sedie bassissime, almeno 20 cm sotto il livello della cassa!!

Mangiate tante verdure, che fanno bene!

Tutto negativo, quindi? No, cavolo: mettono loro la spesa in busta, evitandomi lo stress di mettere saponi con saponi, ortaggi con ortaggi, ecc ecc ecc: loro fanno presto: ogni cosa una bustina che a sua volta viene inserita in una busta più grande, spesso anche doppia!
Diavolo di cassiere che subdolamente ci fanno entrare nella forma mentis della matrioska!

Per fortuna che domani è lunedì e si torna da Vladimir!

giovedì 24 settembre 2015

Viva Vova!

L'orfanotrofio di Poludino, meglio di come ci si immaginano questi posti, dentro poi è anche carino. Però non fatevi ingannare dal sole...

Oggi che è il terzo giorno di frequentazione del piccolo Valdimir (o Vova, come lo chiamano in istituto) è giunto il momento di parlarvene un po', a cominciare da quando ce l'hanno portato nell'ufficio del direttore durante il nostro interrogatorio: era sorridente e ovviamente è scappato da tutt'altra parte rispetto a dove eravamo noi due. Saggi consigli ci avevano suggerito di portare con noi un regalino all'inizio per rompere il ghiaccio, quando gli abbiamo dato il pelouche non l'ha considerato quasi per nulla, per fortuna che il pezzo forte non era quello ma una confezione di macchinine sulla quale si è subito avventato!
Si è fatto aprire la scatola dopo averci provato da solo un paio di volte, e abbiamo iniziato a giocare lì per terra, prima "secondo le regole", poi è passato direttamente al lancio della vettura!

Il gioco è stato interrotto dopo pochi minuti per andare a pranzo con direttore, interprete e referente, anche un bel pranzo direi, ma gli aspetti culinari andranno trattati con più attenzione in uno dei post successivi. Qui mi limito a dire che il direttore baffone mi ha chiesto se a pranzo gradivo bere acqua, tè, vino, vodka o cognac... subodorando una domanda-trabocchetto ho optato per l'acqua...liscia!

C'è stato poi modo di rivederlo per pochi minuti dopo pranzo quando ha iniziato davvero a scatenarsi: prima un po' di corsa giusto per scaldarsi, poi ci ha tenuto a farci vedere quant'era bravo a fare le capriole (anche Enza l'ha imitato con successo, mentre io già la vedevo al CTO locale), poi una specie di nascondino dove la segretezza del suo nascondiglio era vanificata sia dal fatto che si nascondeva dietro tende trasparenti, sia dal fatto che urlava... Ce l'avevano detto che era "un po' vivace"... :-) Credeteci o no, sulla strada del ritorno, a bordo del nostro pulmino arancione, non abbiamo spiccicato parola! Cotti dal viaggio e fritti dall'emozione!

Ieri il tempo di gioco è stato maggiore: per esordire si è buttato su un cuscino di gommapiuma, rimbalzando e producendo un curioso suono al momento dell'impatto con la cervice sul pavimento! Abbiamo poi iniziato con il gonfiaggio dei palloncini, seguito subito dopo da un esercizio di dubbia utilità consistente nel tagliare con le forbici a strisce i suddetti palloncini...e già ci ha detto che domani vuole replicare!

Quando poi ieri siamo andati via, quella bestia che non è altro ha salutato Enza con un bacino sulla guancia, e quando toccava a me è scappato... ora so cosa rinfacciargli quando a diciotto anni mi chiederà le chiavi della macchina!!!

Oggi poi, è stata una giornata davvero emozionante: appena arrivati è corso in braccio a Enza, abbiamo giocato tantissimo, si è fatto prendere in braccio, abbiamo colorato insieme e mi ha chiesto aiuto nel guidargli la mano mentre colorava, ha parlato con noi un bel po', sebbene non si sia capito praticamente nulla, si è sbrodolato con il succo di frutta, si è preso tutte le caramelle che gli avevamo portato assicurandoci che non ne avrebbe data nessuna agli altri bambini, ha mangiato la merendina, saltellato alla caccia di bolle di sapone e - spero - si sia stancato: noi si!

Ancora niente foto, però, magari per canali meno pubblici di un blog internet...

Ah, per vedere la Lazio vincere dopo otto sconfitte consecutive con il Genoa, sono dovuto finire a più di 5.000 chilometri di distanza... ma se po' campà così??

mercoledì 23 settembre 2015

Finalmente a Petropavlosk

L'aeroporto della capitale Kazaka, la grande palla che vedete è quella che mi sono fatto aspettando l'autista!

Gli aeroporti sono i non-luogo per eccellenza, quando ci giri un po' dentro finisci per perdere la cognizione del paese in cui ti trovi. A Istanbul, forse per la sua particolare posizione geografica a cavallo tra due continenti, questa sensazione è ancora più ampliata. Un crocevia incredibile di tipi umani: l'adolescente americana con micro short e top e a pochi passi il profilo total black dell'afgana (credo!) in burqa, più in la il turbante rosso di un indiano, alla mia destra un omone australiano (dall'accento ma ancor di più dall'adesivo cangurato sullo zaino) che armeggia e parla da solo con il cellulare, alla mia sinistra tre cuccioli occhi a mandorla che mi fanno balenare l'idea di essere ancora in tempo per tornare indietro ...al gate 4 italiani che parlano di lavoro ...compiuterari, brutta gente!!

Il volo Istanbul-Astana è caldo caldissimo, stretto strettissimo...oltre al carrello delle vivande nel corridoio non passa null'altro, quindi una via crucis dietro alle donzelle che dispensano cibo e acqua per giungere all'agognata meta: fare pipì...
Inutile dire che Paolo non ha lasciato nulla della sua razione di cibo, anzi ha finito anche la mia e se il signore accanto a me non fosse stato lesto, beh, non so...

Fine volo, 4 ore all'aeroporto di Astana e poi con autista fino alla stazione ferroviaria dove ci accoglie Katerina, la persona che dovrà essere il nostro riferimento per i prossimi giorni: l'esordio non è dei migliori: ci dice che ci aspetta un viaggio in treno di 6 ore mostrando orgogliosamente solo quattro dita! Troppo stanchi per contrattare una correzione, ci buttiamo nella micro cuccetta e riviviamo l'esperienza dei treni italiani anni Cinquanta per velocità, comfort e silenziosità...

Finalmente Petropavlosk, ci accolgono l'autista - del quale ancora non sono riuscito a capire il nome, ma dal profilo sembra un ex-killer del KGB... spero ex! E Ludmilla, Luda per gli amici, l'interprete - più che necessaria - sull'aspetto fisico della quale ometto descrizioni per tutela del legame coniugale!
Contrariamente a quanto ci aspettassimo, il programma della giornata prevede già la visita all'orfanotrofio per incontrare Vladimir!! Ok, Panico!

Un'ora di pulmino (arancione con i coprisedili a pelo lungo, uno spettacolo, sembra uscito da Hair) ci porta nel micro-villaggio di Poludino, e tutto sommato l'istituto non è così brutto come ce lo si potrebbe aspettare, anzi!
Prima di farci incontrare Valdimir, abbiamo una sessione di interrogatorio con il direttore dell'orfanotrofio, anch'egli di scuola KGB, a giudicare dal tatuaggio militare sul suo polso. Il dialogo procede per brevi frasi tradotte, ma io sono *sicuro* di aver captato nei loro discorsi almeno queste parole: "fiocchetto", "botte piena" e - soprattutto - "patonza"!!!

Sbrigate le formalità, fanno entrare nella stanza il piccoletto... ma di questo ne parliamo domani! :-)

martedì 22 settembre 2015

Exterminate!

Più che un Signore del Tempo a volte basterebbe un buon grafico...

Ha ragione il dalek(*) che hanno utilizzato per indicare le docce, bisogna sterminare lo Starbucks Coffee dell'aeroporto di Istanbul: è l'unico al mondo senza la wi-fi!
Così come d'altronde il resto dello scalo: profumerie e duty-free in abbondanza, ma connessioni internet, a pagamento o gratuite, inesistenti. Vabbè, poco male, tanto siamo già arrivati ad Astana (dicono si pronunci Astanà...), la Napoli dell'Asia Centrale visto che siamo qui da pochi minuti e già ci hanno abbordato tutti i tassisti abusivi della zona! Non male il clima, di ben un grado sopra lo zero!

Magari ci compro "Parco del Nulla Eterno..."

Nota di "colore": i dieci sacchi (10.000 tenghe, per i non romanescofoni) che ho prelevato al bancomat locale, pensando che fossero chissà quale tesoro - sono invece poco più di 40 euro - non hanno proprio nulla da invidiare al Monopoli edizione "Colori Estratti a Sorte"

(*) se non sapete di cosa sto parlando... vedetevela una puntata di Doctor Who!

lunedì 21 settembre 2015

Fatti i bagagli?

Ciabatte per me, bolle di sapone e colori per Vladimir... che altro dovevo prendere?

Certo!
Del resto notizie recentissime da Petropavlovsk parlano di una temperatura pari a -1, con pioggia mista a neve, quindi è semplice fare le valige: maglioni, maglioni e maglioni!

Nei limiti di peso della compagnia aerea? Forse si... ma comunque oltre il peso che l'atletico Castagno è pronto a sopportare: 20 chili a stiva, 8 a mano... a testa! Pesano più i bagagli che Enza!

Tra poco a Fiumicino ci aspettano gli addetti della Turkish Airlines per imbarcare noi e i suddetti bagagli. Spero di non creare incidenti diplomatici se temendo il loro caffè alla turca ho inguattato nella mia valigia la moka e un paio di pacchi di caffè *vero*!!

A presto!

venerdì 18 settembre 2015

Cosa sono le “montagne trasparenti”?

Il viaggio è lungo, ma le aspettative sono molte!

Sono sicuro che molti dei lettori di questo blog già conosceranno le "Montagne Trasparenti", per esserci stati insieme a "nonno Rodolfo Cimino", in una delle mie "storie del cuore", quelle, cioè, che o perché sono state lette da piccolo, o perché hanno effettivamente una marcia in più, ti restano fisse nella memoria, ti spingono a comprare la loro ennesima ristampa per rileggertela anche se la sai già a memoria, hanno situazioni che ti vengono in mente nella vita reale nei contesti più disparati...

Per i pochi (meschini!) che non avessero letto la storia, probabilmente possono trovarla da qualche parte su internet(...), senza sottovalutare il piacere di leggerla su carta in una delle numerose ristampe che l’hanno accompagnata sinora, tutte facilmente reperibili nei mercatini dell’usato...

Si tratta di un’avventura di Zio Paperone che parte, accompagnato come di consueto dal nipotame, alla caccia di un filone d’oro nascosto nelle profondità di una catena montuosa... trasparente!
Non voglio né rovinarvi la gioia della lettura se ancora non conoscete la storia, né dilungarmi in questa sede sulle caratteristiche di questo capolavoro illustrato dalla matita di Giorgio Cavazzano, ma l’immagine delle montagne trasparenti, oltre ad avere una grande forza evocativa, ci è sembrata adatta (a me e a mia moglie Enza, co-autrice di questo blog) per rendere l'idea di quello che sta per succederci!

Tra pochi giorni (lunedì mattina) partiremo con voluminosi bagagli alla volta del nord del Kazakistan (o Қазақстан come previsto dalla grafia in cirillico), un paese sconfinato, dove gran parte del territorio è composto dalla steppa, che nasce dagli aridi deserti dell’Ovest, sale su per le colline Tarbagataj (colline? Misurano tra i 2000 e i 3000 metri...) per finire verso le immense montagne dell’Est.
Montagne che probabilmente non vedremo, essendo diretti, come detto, nell’estremo nord, a Petropavlovsk, pochi chilometri dal confine russo, allo scopo di andare a conoscere nostro figlio, il piccolo Vladimir.

Allora che c’entrano le Montagne Trasparenti?

C’entrano, c’entrano...

Tutte le nostre difese, le convenzioni tramite le quali siamo abituati a relazionarci con gli altri, la scelta di nascondere le nostre paure, l’esigenza spesso ineludibile di crearci delle sovrastrutture sociali che tendono a far crescere una vera e propria montagna attorno a noi... tutto questo, per poterci permettere di accogliere nel migliore dei modi il nostro piccoletto dovrà sparire, dissolversi... diventare trasparente, appunto.
Compito non facile: cosa c’è di più solido, robusto ed imponente di una montagna? E di più fragile, delicato e prezioso di un cristallo trasparente?

Lo vedremo... Intanto, per chi vorrà seguire le nostre avventure nel più ciminiano dei paesi (sono quasi certo che seguiremo il percorso fatto dai Paperi alla ricerca dell’“occhio di Zampirone”!), l’appuntamento è su questo blog, che – disponibilità di una connessione ad internet permettendo – cercheremo di aggiornare quotidianamente, possibilmente in chiave comica, sicuramente con entusiasmo e divertimento!

A presto!