sabato 10 ottobre 2015

Kinzz.. no... kissu.. nemmeno... com'è che era? Kin... qualchecosa...

Kintsugi, qualcosa in più di una semplice associazione...

Tra i lettori di questo blog (a proposito, grazie a tutti: i vostri commenti sono attesi con ansia da queste parti per rompere la monotonia del pomeriggio), c’è anche chi si è trovato come noi all’inizio dell’avventura adottiva un po’ spaesato, tra le notizie rimediate su internet, i confusi articoli di legge da fotocopie sbilenche della gazzetta ufficiale, e - soprattutto - le immancabili storie di adozione concluse in poco più di un mese, raccontate da qualcuno che conosce il cugino di una zia di un suo amico che ha frequentato la stessa scuola di un bambino adottato trentadue anni fa...
Insomma, un casino!

Noi fortunatamente abbiamo fatto un percorso molto più breve, "accontentandoci" di un cugino di secondo grado, che effettivamente è già passato per quest’esperienza, e tra i vari consigli che ci ha dato durante una telefonata, c’è stato quello di contattare un’associazione presente a Roma e formata esclusivamente da genitori adottivi (e aspiranti tali). Vedere un po’ di che si trattava, sentire storie di altre persone, e cercare di carpire consigli utili alla causa poteva essere un buon modo per iniziare questo cammino, ed infatti nel settembre 2012, con Enza andiamo a questo incontro aperto a tutte le coppie in attesa del “decreto”; lì facciamo subito la conoscenza di “perfetti sconosciuti” che in brevissimo tempo sono diventati i nostri compagni di viaggio, qualcuno arrivando prima di noi, altri poco dopo: è proprio notizia di questi giorni il “completamento” di chi c’era durante il nostro primo incontro!

Da quel settembre ci sono stati parecchi altri incontri, cene, occasioni conviviali e di approfondimento, supportate da professionisti e da volontari (non per questo meno bravi, anzi!), tutte arricchite dallo scambio reciproco di informazioni, di impressioni, di paure, di titubanze e di sogni. Non riesco ad immaginare come sarebbe stato questo periodo senza il supporto di un’associazione del genere, senza la cadenza periodica di un incontro, la notizia sorprendente di un abbinamento, un giro di email per un appuntamento...

Altro nome notoriamente difficile da pronunciare ma che ha raggiunto una considerevole diffusione...

Insomma, questo post vuole essere un modo per dire ancora una volta grazie alla “nostra” associazione Kintsugi, dal nome quasi impronunciabile, ma molto evocativo: il kintsugi (sintetizzo la definizione di Wikipedia) è una pratica giapponese che consiste nell'utilizzo di oro per la riparazione di oggetti in ceramica usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti. La tecnica permette di ottenere degli oggetti preziosi sia dal punto di vista economico (per via della presenza di metalli preziosi) sia da quello artistico: ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico ed ovviamente irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi. La pratica nasce dall'idea che dall'imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore. Quale definizione migliore per il concetto di adozione?

Quindi grazie a Luisa, Giulia, Gianni e tutti i volontari dell’associazione, e GRAZIE ai “colleghi”, dai più “anziani” ai nuovi arrivati (dài, che toccherà anche a voi riempire un blog!), e un grazie ancora più forte dopo aver visto la foto che ci hanno mandato su whatsapp, dove il “gruppone” durante la festa di inizio stagione regge le lettere per formare la “nostra scritta” più bella: “VIVA VOVA!”.
Da brividi ragazzi!

12 commenti:

  1. Kintsugi, una bella parola, complessa ed evocativa.
    E' poi davvero una idea stupenda quella di scrivere un blog per raccontare l'esperienza che state vivendo. Difficile sarebbe stato farlo tutto alla fine anche perché la sovrapposizione di emozioni intense vi avrebbe forse fatto dimenticare alcuni passaggi. Insomma credo che scrivere e descrivere aiuti a capire meglio anche quello che si sta vivendo nel quotidiano, Internet poi ci aiuta a condividere tali emozioni annullando le distanze.
    Se già l'emozione del racconto è palpabile posso solo immaginare quello che state passando voi.
    Che dire ... bravi :)
    Un abbraccio a Vova
    Mario V.

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    1. Ciao Mario!
      Effettivamente il blog ci servirà anche per ricordare l'esatta sequenza degli eventi, visto che la parte razionale alla fine passa in secondo piano e tutto tende a mescolarsi! :-)

      Un saluto anche a te!

      - Paolo

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  2. Davvero, Enza e Paolo, l'idea del blog è grandiosa!!! solo che io sono troppo emotiva e mi commuovo sempre :)
    Appena tornate dobbiamo vederci!
    Viva Vova e buona permanenza!
    Comunque da quando hai conosciuto Vova o da quando sei partito (non so quale delle due scegliere) me pare che la Lazio
    stia andando alla grande :P

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  3. Dopo aver letto questa dichiarazione di affetto, e l'ho fatto solo adesso, una replica ed anche una piccolissima rettifica, non foss'altro per la tasca alleggerita, sono d'obbligo. Il "gruppone" era allegramente raggruppato per l'evento - 10° compleanno - che per la nostra neocostituita famiglia rappresentava il momento (romano) di nostro figlio e la gioia, poi effettivamente riscontrata, di essere (lui) non festeggiato, ma il festeggiato. La felicità di quel giorno nostro figlio la ricorderà (e se la ricorderà!) e noi volevamo proprio "stupirlo con effetti speciali" (e mi sa che ci siamo riusciti). Ora, specifica a parte, il senso di quel manifesto, inserito all'interno dell'evento "Siroja", voleva essere una testimonianza di presenza e vicinanza affettive (effetto sortito). Non vediamo l'ora di conoscere vostro figlio Vladimir-Vova e non vediamo l'ora di vederlo scorazzare in lungo e in largo nelle nostre feste aspettandoci che Paolo, dopo fisiologica ed inevitabile scorpacciata, lo porti a depositare le scorie intestinali e gli insegni che qui la chiamiamo carta igienica. Per chi attende di partire e per chi, invece, deve essere ancora abbinato, questo diario sia la misura dei propri personali sogni. Questo il mio augurio. Rosa

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    1. Ciao Rosa,

      Rettifica d'obbligo! La colpa è la mia che negli ultimi giorni prima della partenza ho confuso un po' tutti gli eventi, non solo Kintsugi, e soprattutto mi sono dimenticato di fare gli auguri al mitico Siroja!
      Mi ricordo quando l'incontrammo per la prima volta, arrivato in Italia da poco ma già sbafatore di salsicce/wurstel in quel di Centocelle! :-)
      A presto e grazie di cuore per l'augurio!!

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  4. Ma che bel nome che si è scelto questa associazione! È bellissima l'idea di riparare la ferita creando qualcosa di più prezioso di prima, ed è bellissimo che voi la stiate mettendo in pratica. Viva Vova e viva anche Enza e Paolo!

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  5. Veramente splendida la scelta del nome dell'associazione. Davvero.

    Ragazzi, sono appena tornata dall'Expo. Ieri, lunedi, ore 10, la mia famiglia e quella di mio cognato (4 adulti e 4 ragazzine dai 10 ai 14 anni) eravamo ai tornelli muniti di scarpe da ginnastica. Passati i tornelli, tutti e 8 di corsa (DI CORSA) verso il Kazakhstan, dove una signorina gentile e in abito tipico, ci informa che ci aspettano 5 ore di fila. Vova ti voglio anche tanto bene, ma ho fatto la foto al padiglione dall'esterno e abbiamo rinunciato.

    Vorrà dire che toccherà a mami e papi raccontarci di questo paese. Ok capito, mi cerco un video su youtube che racconti il padiglione all'interno. ;-)

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  6. Da molto lontano accompagno il vostro viaggio con ansia e grande gioia ad ogni post. A dire la verità questo blog già fa parte della home page del browser (codi non mi dimentico! sai com'è...). Bellissimo il vostro coraggio e determinazione. C'è veramente tanto amore in voi e mi sento onorato di conoscervi. Ora non vedo l'ora di conoscere Vova. Fortunato Vova! Un grandissimo abbraccio. Bruno.

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    1. Brunao! Ammazza, tu sei quasi agli antipodi rispetto a Petropavlovks!
      Lasciami dire che ti trovo cambiato.... "mi sento onorato di conoscervi"????
      Le ultime volte ci salutavamo con un "merdone" - "stronzo"...

      Stiamo inesorabilmente invecchiando! :-)

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  7. Accidenti mai letta definizione più poetica dell'adozione. Vi seguo ma non commento. Sono moglie di un vostro collega e seguire la vostra storia e veramente coinvolgente. È il caso di dire cosa non si farebbe per un figlio. Le avventure migliori devono ancora venire e accompagneranno ogni singolo momento della vostra vita insieme. Sarà meraviglioso. Un bacino a Vova e un abbraccio a voi. Danda

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  8. Accidenti mai letta definizione più poetica dell'adozione. Vi seguo ma non commento. Sono moglie di un vostro collega e seguire la vostra storia e veramente coinvolgente. È il caso di dire cosa non si farebbe per un figlio. Le avventure migliori devono ancora venire e accompagneranno ogni singolo momento della vostra vita insieme. Sarà meraviglioso. Un bacino a Vova e un abbraccio a voi. Danda

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  9. Accidenti mai letta definizione più poetica dell'adozione. Vi seguo ma non commento. Sono moglie di un vostro collega e seguire la vostra storia e veramente coinvolgente. È il caso di dire cosa non si farebbe per un figlio. Le avventure migliori devono ancora venire e accompagneranno ogni singolo momento della vostra vita insieme. Sarà meraviglioso. Un bacino a Vova e un abbraccio a voi. Danda

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