domenica 4 ottobre 2015

Che fate tutto il giorno?

E' questa una delle domande che più ci sentiamo – giustamente – rivolgere!
Passare da una vita dove dalle 07:00 alle 19:00 tutto ruota intorno al lavoro e al traffico romano, ad una situazione completamente diversa è spiazzante, e oltre i ritmi devono cambiare anche le abitudini, ovviamente guidate dalle motivazioni che ci hanno portato a queste latitudini.

Quindi, la nostra giornata-tipo prevede la sveglia alle sette e dieci/sette e un quarto perché quei cinque minuti in più non si negano a nessuno, e una colazione a base di caffellatte e biscotti kazaki: non abbiamo ancora trovato biscotti confezionati come da noi per la colazione, ma sono tutti prodotti dal “fornaio” e si vendono sfusi accanto agli scaffali del pane. Ne ho provati tanti, ma senza risultati degni di nota, se non per dei wafer al cioccolato, che superano ampiamente la sufficienza.
Sapete qual è una delle difficoltà inattese e più stressanti del mattino? Rifarsi il letto: i kazaki non hanno idea di come dovrebbero essere le lenzuola! Rifare il letto con le pseudo-lenzuola che ci hanno dato è un incubo: un lenzuolo grande che dovrebbe ricoprire il materasso, ma è almeno 40 centimetri troppo corto, idem quello che dovrebbe finire sotto le coperte, e in più ci sono due specie di sacchi da piumino *singoli* che non abbiamo capito bene come usare… alla fine è venuto fuori una specie di patchwork, dove tutti i pezzi sono utilizzati, comprese le fodere quadrate per i cuscini rettangolari!

Ecco il bolide che sfreccia per le vie di Petropavlovsk!

Alle otto e mezza arriva il pulmino arancione dagli interni a pelo lungo, con a bordo Luda e l’autista ex-killer, che grazie ai suoi prodi slalom tra buche e cumuli di fango, ci porta in circa un’ora all’istituto in quel di Poludino (istituto Poludinsky... che fantasia, eh?), dove si entra – come in ogni casa privata – togliendosi le scarpe e infilandosi le ciabatte che dobbiamo portarci sempre dietro; del resto con tutto il fango che c’è per strada mi sembra giusto.
Qui ci sono le due ore e mezzo più intense della giornata, alle prese con Vova, sulle quali vi abbiamo già accennato qualcosa, e che non mancheranno di ritornare su queste pagine.

Il ritorno, su una strada che in 60 chilometri prevede ben due curve, viene fatto con l’allucinante musica martellone tzum-tzum-tzum che l’autista sembra gradire al punto da avere la stessa musica anche come suoneria del cellulare, e una temperatura interna di 50 gradi...

Veniamo lasciati, tipicamente, in uno dei due “centri commerciali” dotati di ristoranti/fast food sul corso principale della città, il primo – migliore dei due – è un posto pretenzioso, con il nome italiano (Pizzoli), l’arredamento giapponese (con tanto di stampe ai muri e personale vestito all’orientale), le cameriere russe che ci parlano in francese e la cucina kazaka. Devo dire la verità, non si mangia male: è una specie di self-service con diverse possibilità di scelta, menù che varia da un giorno all’altro tenendo comunque sempre in primo piano la carne (buona quella di montone, tipicamente “stracotta” in mille salse speziate) e la maionese, non rinunciando però a proporre cose più esotiche come la pizza, gli onion rings e la zuppa di cipolle. Insomma un miscuglio totale, o melting-pot per dirlo in maniera più figa!

Un altro italiano prima di noi è partito alla conquista del Kazakistan, tale Pascal, che con la versione "kazakistanizzata" di questa canzone ha fatto successo!

I prezzi sono modici: in due spendiamo meno di nove euro. Certo, è comunque caro per gli standard locali, specialmente se lo si paragona al costo della spesa: l’altro giorno ho pesato due volte le patate, visto che un chilo e mezzo non arrivava a 30 centesimi di euro (90 tenge)!

Soddisfatte le esigenze manducatorie, ci aspetta una mezz’ora di piacevole passeggiata sul vialone pedonale che attraversa tutto il centro cittadino: viale della Costituzione Kazaka, adornato di aiuole con fiori veri e vasi con fiori di plastica e affiancato ogni tanto da qualche enorme edificio squadrato e grigio, retaggio degli anni sovietici. Comunque si nota che stanno lavorando per migliorare la città, cantieri e gru sono diffusi, le strade sono pulite, la gente passeggia volentieri (anche se non sorride quasi mai), il parco è curato e ricco di fontane e panchine, ma soprattutto silenzioso se non fosse per la musica autoctona diffusa da altoparlanti distribuiti lungo tutto il viale. Non c’è un solo bambino che corra schiamazzando.

Sosta al supermercato per la spesa, e una volta a casa (il palazzo meriterà un post dedicato prima o poi) ci si rilassa un po’ su Facebook, si studia – con difficoltà – il russo, si prepara la cena con le due pentole a disposizione, e in serata ci si vede qualche serie tv in streaming: delusi da Penny Dreadful, per fortuna è iniziata la nuova stagione di Doctor Who e ci sono i classici Big Bang Theory e Supernatural... se riuscissi a convincere Enza ad una maratona-revival di Ralph Supermaxieroe sarebbe fantastico!

Ovviamente non mancano i momenti delle tremila pippe mentali sulle due ore passate con il "мальчик"...

9 commenti:

  1. Devo dire che ho preso proprio seriamente questo blog. Mi sono anche vista il video di Pascal e ho cercato su Internet la traduzione di "мальчик".
    In poche parole "non c'ho un cappero da fare durante il giorno".

    Certo ma adottare in sudamerica, no eh? A "nino" ci saremmo arrivati senza problemi. Si ok lo so, vostro figlio era lì in a Petrov.... compro una consonante. Va bene, cerchiamo su Internet le traduzioni. Tranquilli.

    PS: poi ci dovete anche raccontare la domenica senza istituto. Turismo? Russo all day?

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    1. Dovresti vedere la faccia a punto interrogativo di Vladimir quando, tra se e se, ripete una parola italiana cercandone una russa che suoni allo stesso modo ... :-)

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  2. siete troppo divertenti!!! buttatevi su BREAKING BAD.. non ve ne pentirete!
    ciao
    monica

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  3. Troppo forti i Kazaki, niente scarpe a casa, come da me!!! ;-)
    Devious Maids?!

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Sapete che Pizzoli è un comune che si trova a pochissimi chilometri ad ovest dell'Aquila? Chissà che non sia un locale aperto in origine da immigrati italiani.
    Giusto un pretesto per salutarvi e per ribadire ancora la mia immensa stima per voi. :)
    Vi seguo sempre con grande interesse.

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  6. Carissimi
    Son Pascal ( il ragazzotto di Capaccio-Paestum che ha fatto fortuna nel Kazakistan) e' anche protagonista di un docu-reality sulla sua avventura in
    Kazakistan , si chiama: PASCALISTAN , io ne ho viste un paio stagioni su Deejay Television, fornisce una sua visione della patria del vostro piccolo..
    un abbraccio
    carolina

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  7. Pascal è diventato il mio mito dopo averlo visto alle prese con le usanze locali, tipo bagno nel lago ghiacciato e cimentarsi in una partita di Kokpar. Ti lascio la sorpresa di cosa sia il Kokpar .. :-)

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  8. Avevo scritto e mi è sparito... boh!
    Dicevo: cosa sarebbe "мальчик"? Andando ad assonanze, oltre che a senso, potrei provare a indovinare "marpione"? "marmocchio"?

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